martedì 8 maggio 2012


EDICOLA DA IL SECOLO XIX: ECCO I SOLDI PER VINCERE, IL LECCE FINISCE NELLA BUFERA.




NEL MIRINO LA PARTITA COL BARI: A MASIELLO 230 MILA EURO
Accertamenti sui conti dell’ex presidente Semeraro
BARI. Alla vigilia dell’ultima e decisiva partita, una nuova puntata dell’inchiesta sul calcio scommesse mette a rumore il campionato. E la posizione del Lecce rischia di farsi pesantissima. I carabinieri, su mandato della Procura di Bari, hanno avviato accertamenti sul conto bancario di Pierandrea Semeraro, che sino allo scorso anno era presidente della società salentina. L’inchiesta è relativa alla presunta combine del derby pugliese del 15 maggio dell’anno scorso. Pierandrea Semeraro potrebbe aver avuto un ruolo nel “complotto” che fece guadagnare al Lecce la permanenza in A. Nelle gare truccate è entrato anche il match casalingo con il Chievo,oltre a Bari Sampdoria e a Bari Cesena del girone di ritorno del campionato scorso. Non due,ma tre sconfitte. Stando a quanto raccontato da alcuni testimoni agli inquirenti, il figlio di Giovanni Semeraro è molto vicino all’imprenditore Carlo Quarta e l’avvocato leccese, Andrea Starace: i due, secondo le accuse, consegnarono materialmente i soldi per combinare il derby. Il nodo dell’indagine è ora capire se quel Bari Lecce sia stata truccata dietro input della società giallorossa. Una possibilità che la famiglia Semeraro ha smentito, lasciando intravedere in maniera velata la possibilità che Quarta abbia agito per conto proprio e non in virtù dell’antico legame di amicizia con Pierandrea Semeraro. Per la partita, finita 2-0 per i leccesi, secondo l’accusa furono versati in più tranche 230.000 euro complessivi ad Andrea Masiello e ai suoi presunti complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, tutti e tre agli arresti domiciliari. I primi 50.000 euro furono consegnati a Masiello e Carella il 22 agosto scorso durante l’incontro avvenuto nell’hotel Tiziano di Lecce a cui parteciparono i due intimi amici di Semeraro, Quarta e Starace. Entrambi sono stati riconosciuti in foto da Masiello e Carella durante gli interrogatori seguiti al loro arresto (per associazione per delinquere e frode sportiva) che risale al 2 aprile scorso. Gli altri pagamenti furono versati in tranche da 20.000 euro ciascuno da Quarta a Carella durante incontri avvenuti in una stazione di servizio sulla tangenziale di Bari; e da Quarta a Masiello in una località del nord Italia dove l’ex calciatore biancorosso (ora all’Atalanta) viveva all’epoca dei fatti. Sembra ormai certo che la combine di Bari Lecce fu organizzata dai tre baresi il giorno prima della partita e che fu Quarta a consegnare a Carella (nella sua abitazione di Lecce) un assegno da 300.000euro da lui stesso compilato e affidato al barese come pegno per assicurare ai salentini la vittoria. Oggi intanto sono attesi i primi deferimenti per lo scandalo del calcioscommesse. A confermarlo è stato, ieri, il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. «Lavoriamo per tronconi ha dichiarato il numero uno del calcio italiano . Questa è una fase in cui si opera sulla base della documentazione pervenuta dalla Procura di Cremona. Entro la metà del mese ci sarà la possibilità di avere la documentazione che viene dalla Procura di Bari, è l’auspicio forte da parte della Procura federale. Ciò attiverà un ulteriore iter». Basta però questa prima tranche di indagini per far tremare una trentina di club fra serie B e Lega Pro e una cinquantina di tesserati tra i 111 che sono sfilati in via Po in due mesi di audizioni. Il grosso dei club di Serie A, invece compresi quelli citati dai supertesti Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio dinanzi al pool di magistrati di Cremona guidati dal pm Di Martino (Lecce, Bari, Siena, Genoa, Chievo e Lazio) dovrebbe slittare nel secondo troncone di inchiesta. Nel frattempo,il procuratore federale Stefano Palazzi riceverà le carte delle Procure di Bari e di Napoli, e sentirà il presidente del Siena Massimo Mezzaroma e l’ex allenatore del Siena Antonio Conte (che sarà ascoltato dopo la finale di Coppa Italia con il Napoli, il20maggio). Atalanta e Novara, invece potrebbero essere citate in giudizio già con deferimenti di oggi per la condotta di alcuni loro tesserati la passata stagione in serie B. E proprio la classifica del campionato cadetto rischia di essere riscritta completamente (la pena deve essere afflittiva, quindi qualche club sarà penalizzato in questa stagione, per qualche altro, ad esempio, già retrocesso sul campo, inciderà sul punteggio del prossimo anno). A rischiare il deferimento sono 15 squadre, sette delle quali attualmente occupano le prime nove posizioni di vertice. Tremano Ascoli, Bari,Grosseto,Modena, AlbinoLeffe, Padova, Verona, Pescara, Livorno, Reggina, Varese; e forse anche Crotone, Empoli, Sassuolo e Torino. In Lega Pro rischiano Mantova, Piacenza, Frosinone, Rimini, Cremonese e Monza.

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